Zia Sofia
Ciao cugina,
novità saltellanti in vista! Indovina chi mi ha scritto dalla terra dei canguri? Hai già capito vero?!
La nostra adorata zia Sofia!
L’ho sentita un paio di giorni fa via Skype e l’ho aggiornata sui casini di zia Innominata. Anche lei crede che la storia della soffitta nasconda qualcosa, anzi mi ha fatto capire che dobbiamo indagare a fondo perché, queste sono le sue parole: “Zio Ettore lo diceva sempre che Gemma era diversa dalle sue sorelle”. Mah, chissà cosa avrà voluto dire nonno Ettore con quella espressione…
Comunque, indagini a parte, ti riporto la ricetta del risotto psicotropo che mi ha mandato per email. La ricetta, ovviamente, è accompagnata dalle sue meravigliose introduzioni, quelle che ci hanno fatto sempre sognare a bocca spalancata, occhi fuori dalle orbite e testa tra le nuvole. Ti ricordi quando ci raccontava dei gironi della Divina Commedia? Ah, se tutti gli insegnanti fossero come lei non ci sarebbero più ignoranti sparsi per il globo!
Ma veniamo alla mail e al risotto.
Zia Sofia scrive:
“Il risotto psicotropo giunge opportuno a riconfortare gli animi tra le brume di questo periodo, che accompagnano il freddo dell’inverno e possono colorare di grigio le inevitabili riflessioni sulle priorità da individuare per l’anno appena iniziato.
La capacità di questo risotto di “espandere l’anima” (tale è il significato letterale di “psicotropo”) ci mette in contatto con le parti di noi che affiorano, come di tra le nebbie di gennaio, dai vapori dell’inconscio, e ci rende più attenti a cogliere la ricchezza simbolica delle immagini oniriche con cui ci svegliamo nelle fredde mattine invernali. Accanto alle necessarie riflessioni razionali, l’attenzione ai messaggi che ci giungono dal mondo immaginale sostenuta dal risotto psicotropo induce così a una pacata benevolenza verso se stessi che non assume le forme del’autoindulgenza, ma della volontà di cogliere con attenzione ciò che di noi deve ancora emergere.
Il robusto sostegno del brodo di manzo esalta infatti l’eleganza profumata del porro e tempera la potenziale ottusità della zucca, arricchendone la pastosità, mentre il sentore deciso del pepe nero sottolinea la necessità di un’attenzione creativa alle nostre molteplici potenzialità.
Gli ingredienti sono per due persone perché il risotto psicotropo si presta alla perfezione ad accompagnare il colloquio con l’amico o l’amica di una vita, che ascolta e non giudica, ma fa risuonare dentro di sé ciò che si snoda nel dialogo e lo restituisce arricchito di prospettive inedite”
La ricetta del risotto alla zucca psicotropo l’ho classificata sotto ‘piacere’, il piacere di rileggere zia Sofia e di gustare questo risotto che espande l’anima.
xoxo,
Stella
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