Un autunno insolito

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Bianca

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Che autunno insolito!

Stamattina ho fatto una passeggiata in un parco qui intorno fingendo fosse il bosco delle lunghe camminate con la nonna. Il suono delle foglie rosse e secche adesso racconta qualcos’altro.

Non è più quell’autunno frizzantino da arance e guance rosse che preludeva a qualcosa di magico.

Ancora una volta mi chiedo cosa ci faccio io qui. In questa città sconosciuta. In queste giornate, in questo pezzo di vita.

Tutto sempre uguale, tutto così diverso da quello che avrei mai immaginato. Con l’unica consapevolezza di non fare nulla per cambiare.

Come dice la Gamberale? “Una minore intensità di aspirazioni senza dubbio permette una maggiore coincidenza con la propria vita”. Ecco, appunto…

Quando è che ci si accorge dello sconfinato divario tra il sapore della nostra vita e l’idea che invece avevamo di lei?
Quando è che tutto diventa così chiaro e ci si accorge che sono solo i vecchi sogni sbiaditi che ci hanno fatto sopportare quello che avremmo ritenuto altrimenti insopportabile?

Perché se tu mi avessi raccontato solo qualche anno fa quella che sarebbe diventata la mia vita, tutti i compromessi che avrei dovuto accettare, tutte gli imprevisti che avrei dovuto digerire beh..ti avrei detto sicuramente che no..non ero io quella, non sarebbero di certo potute capitare a me quelle situazioni. Perché io avrei reagito, io non avrei lasciato che le cose accadessero. Sacro fuoco dei vent’anni che ti rende capace di sentirti invincibile!

E invece è proprio così che succede, e te ne accorgi quando oramai le borse sotto gli occhi non sono solo il segno del tempo che passa, ma sono il segno della delusione, dell’incapacità di accettare l’inaccettabile, sono solo il rigurgito delle aspettative deluse e disilluse.

Sono diventata un’esperta, lo sai? Delle borse sotto gli occhi. O meglio della capacità di giudicare di quale tipo di rigonfiamento si tratta. Perché c’è tutta una simbologia dietro, non l’avevi capito? C’è una malattia da dover accettare, c’è un figlio non arrivato da dover metabolizzare, c’è un tradimento inaspettato da dover capire, c’è un lavoro insoddisfacente da dover sopportare.

Quello delle borse sotto gli occhi sta diventando per me un metro per misurare la vita delle persone dopo una certa età si intende. Non ci credi? Prendi Diana, la mia amica bolognese che ho incontrato casualmente in treno qualche giorno fa, mentre tornavo a Bologna per faccende burocratiche da disbrigare.

Me la ricordavo con una pelle di porcellana. Diafana e botticelliana con quei suoi boccoli di un rosso strafottente, indomabili come i suoi pensieri. Quella pelle liscia e levigata ha lasciato spazio a bluastri rigonfiamenti sotto gli occhi che a stento l’ho riconosciuta.

Sono bastate poche parole per capire come quelle antiestetiche borse fossero frutto del disincanto di una vita che da dritta e lineare che era, ha improvvisamente virato verso un percorso sconnesso, pieno di buche e di pericoli.

Anche le mie occhiaie giorno dopo giorno stanno facendo il loro solco e non c’è cremina o trattamento che tenga.

Loro sono lì a ricordarti di svegliarti, di capire che è questa la vita che ti è capitata e devi prendere il toro per le corna se vuoi sopravvivere, perché altrimenti i tuoi occhi spariranno soffocati da quei rigonfiamenti.

Lo so, l’autunno mi deprime. Ho bisogno di ritrovare un senso più antico e profondo.

Credi che questa ricetta delle chicche della nonna possa aiutarmi?
La nonna e le sue mani in pasta. Penso spesso a lei…lei, convinta come era che sporcarsi di farina e nutrire il mondo la aiutasse a calmare i pensieri indomabili. Ci provo anche io.
Ti abbraccio
Bianca

2 Comments

  1. 7 Gennaio 2017 at 19:36

    Bel post, e complimenti per il blog, mi piace molto!! 🙂 Buon fine settimana!! 🙂

    Ti/Vi aspetto sul mio blog di cucina: http://blog.giallozafferano.it/dolcisalatidielisabetta/ ; e su quello mio personale: http://ilblogdielisabettas.blogspot.it

  2. StellaRispondi
    23 Gennaio 2017 at 10:10

    Grazie Elisabetta, andiamo subito a vedere il tuo blog! 🙂

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