Sottrazione: ritorno alle cose semplici
Ciao Bianca,
è stato bello rivedere i tuoi occhialoni appannati davanti a quell’infuso di menta piperita, domenica.
Le nostre chiacchiere in pigiama, con una tazza bollente in mano, io sul ciglio della porta del bagno, e tu seduta sul lettone con la trapunta psichedelica che mi ha regalato tua sorella.
Ci voleva. Ricordo il tuo ascoltarmi pacata, mentre davo sfogo alla tensione accumulata in tutto questo periodo. Ricordo le lacrime che – sebbene provassi a trattenerle – scendevano quasi con l’intento di salare il liquido bollente nella tazza.
Sto iniziando a mettere in pratica i tuoi consigli, sto iniziando a sottrarre.
Ci insegnano sempre a volere di più: più soldi, più uomini, più successo… e, inevitabilmente, più problemi da gestire.
Troppo, eccessivo, strabordante.
Ho bisogno di ordine e di eliminare il superfluo, come i peli (in fondo, nessuno come noi donne sa come ci sente leggeri dopo averli estirpati!)
Basta con i rancori, basta con le ansie legate a quello che dovrebbe o potrebbe essere. Le maschere indossate da quelli che hanno fatto di tutto per sfruttarmi e usare la mia disponibilità a loro giovamento non mi fanno più paura.
Voglio ritornare a fare una cosa per volta, e farla bene.
Voglio ricominciare a non sentirmi in colpa se non sono performante come vorrei o come gli altri si aspettano che sia.
Accetto i miei limiti e sì, la smetto di razionalizzare ogni cosa. Io che con la razionalità, poi, poco ci vado d’accordo.
Piuttosto tolgo, elimino, butto via.
Ridipingo da zero la stanza della mia vita, e questa volta voglio darle una profondità che sappia scaldare di sensazioni ogni istante.
Spingo via, a due mani, la competizione, i devo fare, i devo essere, i perché non ho ancora quello che voglio.
Sono stata troppo focalizzata su quello che l’esterno chiamava e poco attenta a quello che l’anima urlava strozzata all’interno, graffiando e lacerando la mia esistenza con quelle maledette aspettative che mio padre ha sempre voluto che assecondassi più della mia stessa natura.
Per celebrare questo ritorno alle cose semplici, brindo con uno sciroppo di vino nero. Ti ricordi quando zia Linda ce lo faceva assaggiare di nascosto da mio padre e tua madre? Ho trovato la ricetta in una delle lettere tra lei e nonna Egle…
xoxo,
Stella
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