Senza colpe
No, ma dico io, possibile che alla nostra età ancora siamo lì ad aspettare che qualcosa di magico e inaspettato ci arrivi dritto dal cielo?
Possibile che ancora crediamo nelle stelle, nei presagi dei biscottini della fortuna o nelle frasi dei Baci Perugina?
Della serie “ se ti è capitato proprio quello di messaggio, un senso ci dovrà pur essere”
E invece no. Il senso non c’è. Punto.
Facciamocene una ragione.
A volte delle giornate di merda sono semplicemente la cartina di tornasole di vite di merda.
Che ci stanno pure quelle, sai.
Intendo le vite senza un senso, senza un disegno preciso.
Ed è inutile dire che il senso ci deve pur essere basta trovarlo.
La realtà è che se non alzi le tue chiappe da quel morbido divano niente ti accadrà, a parte il risvegliarti con gli occhi appiccicosi e mezzi chiusi per il troppo dormicchiare e la bocca impastata e amara per il duro destarti.
La realtà è che ti devi comunque dare da fare per ottenere anche il più piccolo risultato!
O a volte anche per non ottenerlo.
Per anni mi sono lamentata senza aver fatto nulla per cambiare il corso delle cose.
E’ così bello e malinconicamente consolatorio a volte il crogiolarsi nell’ineluttabilità della vita, convincendoci che capitano tutte a noi.
Che la vita non ci offre nulla di nuovo, che le fortune sono tutte degli altri.
Sì, è così drammaticamente romantico prendersela con qualcuno che non siamo noi della ingiustizie della vita.
Come un’eroina di un film muto attaccata piangente a tendaggi polverosi e pesanti.
Ahimè, come sono sfortunata.
D’altra parte non è quello che ci insegnano sin da piccoli?
La colpa intendo. Colpa dell’altro per sollevarci la coscienza, sensi di colpa, quando invece perseguiamo solo i nostri interessi.
Della serie come fai sbagli.
La colpa è sempre di qualcuno, noi o gli altri.
La maledetta colpa c’è sempre.
E se invece iniziassimo a prendere le nostre giornate con maggiore impegno? A non darne per scontata nemmeno una.
A ritrovare l’entusiasmo dei bambini. Costruire per avere tra le mani qualcosa. Tenersi occupate, avere in mente dove si vuole arrivare . E lavorare con solerzia e gioia affinché questo accada.
Fino alla fine, senza farsi mai prendere dallo sconforto.
Come dicevano i saggi? A volte è più importante il viaggio che la meta.
Il laboratorio di impasti sta riprendendo vita. Anche qui a Milano.
Niente di più che un piccolo angolo della casa in cui confinare tutti i miei esperimenti, le mie curiosità, le mie creazioni.
Rimboccandomi le maniche ogni giorno perché la tenacia batte il talento se il talento non si applica.
E ripescando dai ricordi.
Che ne pensi di questa mia cocotte di uova funghi e pancetta? Si lo so, ha tanto il sapore delle giornate con la nonna, delle nostre risate di bambine quando ci insegnava a preparare questo magnifico svuotafrigo.
Adesso mi ricorda il nido, la casa, un posto sereno in cui voglio stare.
Lascia stare gli oroscopi e corri ad assaggiarne un po’, le annaffieremo con un buon Chardonnay e tante chiacchiere frizzantine.
Ti aspetto
Bianca
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