Rancore e perdono

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Bianca

rancore e

Cara Stella,
Mi spiace non essere venuta al compleanno delle nostre mamme, le gemelle tutte casa e party!

Mi spiace soprattutto perché avrei voluto incontrare te, ma per la festa no, sinceramente no.

Complice un lieve stato influenzale ho preferito rimanere qui nella mia nuova casa a sistemare il tanto da sistemare.

Copertina, tisana calda, vecchi film e tanta voglia di starmene in santa pace lontano dai falsi climi festaioli di una madre che non si rassegna all’idea del tempo che passa.

In realtà Stella, tanto per cambiare, abbiamo anche avuto una discussione al telefono ed alla fine ho deciso che non era proprio il caso di partire.

Lo sai che con lei sono sempre fulmini e saette ogni volta che prolunghiamo la nostra telefonata ben più dei canonici 10 minuti fatti di semplici quanto oramai logori convenevoli: “come stai? -Tutto bene?” e poi di seguito senza aspettare una mia risposta “ e i bambini?- e tuo marito alla fine l’ha avuta la promozione? E tu quando ti decidi a riprendere uno straccio di lavoro?”.

Ecco, oramai potrei pure cronometrare l’esatto momento in cui le solite parole vengono pronunciate. Ed infatti sbiascico sempre un si-no-forse- senza alcuna sfumatura nella voce.

Invece stavolta siamo andate oltre le convezioni e questa è bastato per dare il via a risatine irriverenti (le sue) cui hanno fatto seguito parole di fuoco (le mie).

Si Stella, perché quello che più odio di lei è la sua capacità di farmi perdere il controllo, la sua abilità nell’istigare le mie più feroci reazioni, quelle che vorrei fossero finalmente sopite come i brutti ricordi che la legano alla mia infanzia. Ed il senso di colpa che poi mi attanaglia, per provare ancora tutto questo rancore e non saper ancora perdonare.

La mia amica Marina prontamente interpellata tra un singhiozzo e l’altro mi ha detto che sarebbe ora lasciassi passare, scorrere, “Lasciarsi alle spalle il risentimento non è una concessione alla persona verso cui provi rancore. E’ piuttosto una concessione che fai a te stessa.”

E ci ha scomodato pure i suoi amici buddisti che dicono “Perdona gli altri non perché essi si meritano il perdono, ma perché tu ti meriti la pace”.

E sotto le coperte calde, tra un tè ed una soffice fetta di torta al mandarino ho passato il weekend a riflettere su queste parole…che sia la strada?

Un soffice abbraccio
Bianca

Ps: beh però qualche frivolezza del party più improbabile dell’anno aspetto di sentirla dalla tua irriverente penna..pardon..tastiera

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