Perdersi per poi riprendersi
Ciao Stella, lo so è da tanto che non ci sentiamo.
Ti sarai chiesta cosa è successo. Me lo chiedo anche io, cosa è successo?
E’ successo di tutto Stella. E forse è vero che a volte è necessario perdersi per poi riprendersi.
Quella famosa sera della cenetta romantica in realtà Giulio aveva da darmi una notizia.
L’ha fatto prenotando in un locale inaspettato “Capra e cavoli” posto delizioso, un vero giardino all’interno di un loft.
Lui sa che mi piacciono questi posti che sanno di colore, di fantasia in cucina e nelle pareti, di atmosfere, di evanescente e incantati ricordi.
Lui sa come infiocchettare bene il boccone amaro, dovevo supporlo. E’ una sua caratteristica che sotto sotto ammiro quando strategicamente preparata per contrastare soprusi di abietti colleghi, ma che odio quando me la vedo propinare con elegante disinvoltura… proprio a me, testimone silenziosa di tutti i suoi piani strategici.
Be te la farò breve, si presenta con un mazzo di rose rosse (ancora non ha capito che a me le rose evocano tutte le sensazioni negative del mondo, tristezza, malinconia, nostalgia, tutto fuorché un benchè minimo sentimento di amorevole dedizione), mi porta in questa meraviglia di posto e poi…tadaaaa la bomba.
Gli hanno proposto un trasferimento di minimo un anno a Berlino…si hai capito bene Berlino.
Seconda bomba: lui ha già accettato…anche questa volta hai letto bene: ha già deciso , accettato e firmato.
Senza consultarmi, senza sentire il mio parere, senza minimamente pensare che… caspita ci siamo trasferiti a Milano da soli 3 mesi! Solo per lui. Solo per seguirlo. Solo perché così pensavo facesse una famiglia unita! Segue il capofamiglia per lavoro.
Ma lui no, va avanti per la sua strada come se non ci fosse un domani con la sua famiglia.
Mi chiedo: ma chi ho sposato? Perché io avevo un’idea diversa di matrimonio, di famiglia. Pensavo si dovessero condividere progetti, sogni, fare in modo che i sogni diventassero progetti di vita.
E invece no cara Stella, tutto sbagliato. I sogni sono i suoi, i progetti pure e non ci contemplano.
Ma non è finita qui. Emma. Stavolta c’entra Emma. Si, lo so Stella che non si fa, si, lo so che io avrei ucciso mia madre se solo avessi scoperto una cosa simile, ma casualmente, credimi, solo casualmente l’altro giorno entro nella sua stanza per mettere a posto. Era uscita di corsa per andare a lezione di danza, in ritardo come al solito.
Aveva lasciato aperto sulla scrivania… un libro, ho pensato io all’inizio. …un diario in realtà Ma non immaginavo minimamente che avesse un diario segreto di quelli che avevo io ai miei tempi! Ma tu ne sapevi nulla?
Sempre molto casualmente l’occhio mi cade sull’ultima pagina scritta frettolosamente.
Dice che si vede con un ragazzo più grande, ma molto più grande di lei. Dice che lui ha 25 anni (10 più di lei ti voglio sottolineare) e che qualche mattina ha saltato la scuola per vederlo.
Dice che le batte forte il cuore quando lo vede e che non mi dirà nulla perché io non approverei. Non sono andata oltre.
Stella sono caduta in mille pezzi. Mi sono sentita persa. Ho provato a parlarle ma è stata un muro di gomma.
Il risultato è che io mi sono arrabbiata, infuriata e le ho vietato di uscire e di vedere amici e compagni di scuola fino a che non mi avesse spiegato tutto.
Lei si è chiusa in sé stessa ed è rimasta praticamente confinata nella sua camera per giorni uscendo solo per andare a scuola , da me debitamente scortata sia in entrata che in uscita.
Ho provato a parlarne con Giulio ma al di là dei suoi progetti lavorativi non vede. Mi rimane il piccolo Tommy che risente di questa tensione palpabile che elettrizza tutta casa e che infatti a cinque anni ha ripreso a fare la pipì a letto e non solo.
Ecco. Tutto qua. Semplicemente. Ed io mi sono sentita persa. E mi sono sentita di dovermi perdere per poi riprendere come recitano i Negroamaro. Mi sono assentata. Ho dovuto prendere la distanza da tutto e tutti.
Non è così?
Vivere/ non è abbastanza se
Non c’è distanza che/
Non ti permetta di desiderare
Perdersi
Per poi riprendersi
Non è dividersi/ siamo sostanza che non può sparire
Ecco è quello che è successo a me.
Mi sono dovuta perdere nell’elaborazione solitaria di tutti questi eventi inaspettati.
Ho dovuto rivedere gli ingredienti a disposizione. Ho dovuto capire che era il momento di rimescolare gli impasti e tirarci fuori comunque qualcosa.
Perché la distanza tra quello che ci saremmo aspettati dalla vita e quello che ci capita è sempre più grande dell’immaginato.
Ora lo so. Parlerò di nuovo con Emma perché sappia che di me si può fidare. Ma che ho bisogno anche io di fidarmi e prima di tutto di condividere.
E con Giulio. Perché sappia che anche io ho bisogno di ritrovare la mia strada. E questa strada non è nè può essere Berlino.Dovrà farsene una ragione.
Prometto che non permetterò più agli eventi di allungare le distanze, anche temporali, tra le nostre chiacchiere.
Ti abbraccio, molto confusa, ma ti abbraccio forte.
Bianca
ps: a proposito io avevo in frigo solo fragole e yogurt e ci ho fatto queste mousse, provala.
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