Passato, presente e futuro.

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Bianca

passato presente e futuro

Hai ragione Stella,

dovrei crederci un po’ di più e vivere il presente.

Perché, come dice la mia nuova amica Elena, che ha appena abbracciato il buddhismo.

Se sei depresso stai vivendo nel passato. Se sei ansioso, stai vivendo nel futuro. Se sei in pace, stai vivendo nel presente…

Possibile che la strada da prendere sia sempre così nebulosa?

Le agenzie di selezione non mi hanno chiamata, c’era da aspettarselo di questi tempi e alla mia età.

Invece la mia amica Elena, si, sempre lei, la padrona della brasserie aperta da poco sotto casa mia, quella da cui vado spesso a metà mattinata per condividere un cappuccino e tanti ricordi costruiti sulle ricette della nonna, mi ha fatto una proposta.

Una di quelle buttata lì per caso a cui non ho dato inizialmente nessuna importanza, ma che adesso si sta insinuando come un tarlo nella mente.

Una mattina, i ragazzi erano a scuola e Giulio al lavoro, sono scesa da lei portando con me le ricette della nonna che custodisco gelosamente nella sua vecchia scatola di latta: la mia piccola scorta segreta di felicità.

Le ho fatto leggere alcune delle lettere che la nonna e la zia Linda si scrivevano. E le ricette che si scambiavano insieme alle loro emozioni.

Ne abbiamo preparata insieme una: il budino al pistacchio. Lei ha messo su una musica blues a me sconosciuta, canticchiandone tutta presa il ritornello. Ci siamo messe subito al lavoro.

Nell’aria note spensierate e nei cucchiai la morbida golosità del budino della nonna. Cosa volere di più?

E alla fine della mattina Elena tutta seria ha buttato lì: “ Mi aiuteresti a preparare nuovi menù? “

Hai capito bene, mi ha proposto di aiutarla ad inventare finger food e dolcetti, il mio mondo segreto insomma.

Mi ha proposto di trasferire da lei il mio laboratorio di impasti e di iniziare a credere nei sogni, proprio come dici tu.

Non le ho ancora risposto. Non so se accettare. Mi sembra un mondo del tutto nuovo di cui forse ho un po’ paura. E, come al solito, non mi sento all’altezza.

Tornata a casa mi sono sentita veramente una stupida per aver condiviso con lei quel piccolo scrigno di ricette e di passioni. Ma insomma che ci faccio io in una cucina che non sia quella di casa mia? Sono e resto una donna di numeri!

Sai come mi sento Stella? Come una polpetta: schiacciata e fritta. Schiacciata dal dover essere: imprigionata nei desideri delle vite degli altri . E fritta, perché l’ineluttabilità della polpetta, il suo destino è proprio questo, essere gettata nell’olio bollente. Suo malgrado.

Ecco, si, come le polpette alle melanzane della nonna, ancora ne sento il fresco profumo estivo nell’aria.

Credi sia il caso di proporle ad Elena come prima variante del suo menù?….

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