Missione crostata di fragole
Ciao Stella,
sono contenta di sentirti così carica di energia e di positività!
Tutto il contrario di me: in questi ultimi giorni sono sempre stanca, sarà colpa di aprile e dell’arrivo della Primavera? Le pile sono completamente scariche. In più per non farmi mancar nulla è tornata alla carica anche la mia perenne allergia primaverile e passo il tempo a starnutire e ad asciugarmi gli occhi lacrimosi dietro gli occhiali appannati. Mi sento a pezzi!
Ci vorrebbe una delle ricette della nonna, capace di risvegliare anche un morto! Come la sua famosa crostata di fragole. Mmmmhhhh, ti ricordi che profumino si spargeva nella sua grande cucina non appena la sfornava?
Ricordo quando, finita la scuola, i nostri genitori ci portavano da lei a Bolzano e noi eravamo cariche di valigie e di aspettative per quella che prometteva essere un’altra estate indimenticabile.
Non eravamo ancora scese dalla macchina che subito chiedevamo alla nonna quando sarebbe iniziata la “missione crostata di fragole”. Proprio così, lei la chiamava “missione crostata”, conferendo grande solennità a quel momento..
Subito ci investiva di un ruolo così importante…alla ricerca dell’ingrediente perfetto per la torta perfetta!
Nonna Egle ci diceva di pazientare e di assaporare con calma tutti i momenti che precedevano la preparazione della nostra torta, come un dolce preludio.
Ecco che iniziava la prima fase della raccolta delle fragole. Ricordo che riempivi il tuo cestino fino all’orlo di quei magnifici frutti rossi, cestino che man mano che ci avvicinavamo alla casa della nonna immancabilmente si svuotava. Io mi giravo all’improvviso e ti sorprendevo con la bocca piena!La piccola ingorda ti chiamava la nonna. Ingorda e impaziente, bè un po’ come sei adesso no?
Tornate a casa buttavamo la farina sulla spianatoia grande, poi univamo il burro di Leo il contadino vicino della nonna, morbido e bianco ed iniziavamo il magico impasto.
Operazione zucchero, buttato lentamente a pioggia, poi uova, buccia di limone, un poco di lievito e via amalgamare. E mangiare di nascosto quei deliziosi pezzettini di pasta frolla cruda, io lo faccio ancora adesso!
Stella mi mancano tanti quei piccoli rituali. Mi manca quella capacità di saper gustare ogni piccolo gesto nella sua unicità. Capita anche a te? Io sento di non riuscire a trasformare più ogni momento nella mia “missione” del giorno. Vorrei restituire quella dignità e solennità all’attimo.
Provo a farla oggi stesso la crostata di fragole di nonna Egle, sperando che mi ridia un po’ di vigore e mi faccia riassaporare il gusto dei singoli momenti.
Eccoti qua la ricetta della nostra crostata di fragole.
Ti abbraccio
Scrivi presto!
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