E poi metti al centro l’essenziale

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Stella

curaCiao Bianca,

come stai? Qui le cose, nella loro complicanza, si fanno semplici .

Non sono riuscita a scriverti prima perché sto cercando di capire come muovermi dopo quello che è successo a papà. Il suo recente incidente in moto (con la stessa dinamica di quello di mio fratello di qualche tempo fa) e l’improvvisa depressione di mia madre mi hanno sconvolto tutti i programmi.  Sandro è presente ma in certe situazioni rivela il suo suo essere ancora ragazzo, e quindi ho dovuto lasciare Torino e ritornare a casa per dare una mano.

Per il momento aspetto. Aspetto che papà migliori con la fisioterapia, aspetto che mamma ritrovi il gusto di guardare le soap opera senza piangere e pensare che il colonnello non camminerà più, aspetto che Sandro diventi un po’ più pratico. Aspetto.

Questa è una di quelle circostanze che ti fa vivere in una bolla: fluttui in un’atmosfera ovattata e sorda, completamente fagocitato dal quotidiano, dai problemi veri, senza aver modo di lamentarti per il tuo non sapere che posto prendere nel mondo.

Situazioni come questa ti fanno dimenticare tutto, spostano il tuo punto di osservazione, cancellano l’effimero e ti riportano all’essenziale.

L’osso, la radice, la base, il rosso contatto con la terra madre, come direbbe tua sorella Clara.

Non penso a me, penso a loro. Penso a come poterli aiutare e curare per ritrovare la serenità che si meritano, e anche a come far sparire questa  moto maledetta dalla circolazione!

Oggi papà mi ha chiesto se gli preparavo lo zabaione con le polpette al caffè che faceva zia Linda. Ho ritrovato la ricetta in una delle lettere della corrispondenza segreta con nonna Egle e, tra le altre cose, ho letto di un certo Gennaro, un ragazzino di cui nonna parlava con affetto. Tu ne sai qualcosa?

Ci sentiamo presto presto,

Stella

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