Le 5 fasi per riemergere
Negazione, rabbia, negoziazione, depressione e accettazione.
Sono le 5 fasi necessarie all’elaborazione di un lutto, una perdita, una separazione.
Mi perdonerai per essermi eclissata come nemmeno la luna rossa dei giorni scorsi.
- Negazione/Rifiuto: è la prima fase, quella forse più dolorosa perché è la prima , inaspettata. Si nega la perdita come naturale meccanismo di difesa;
- Rabbia: è la fase successiva, quella di quando si realizza la perdita. L’enorme e inaspettato carico di dolore provoca una grande rabbia. Rabbia verso se stessi, rabbia verso chi ha provocato la perdita. Rabbia incontenibile.
- Negoziazione: nella terza fase si tenta di reagire all’impotenza cercando delle risposte, facendosi tante domande, cercando di trovare delle motivazioni che spieghino o analizzano l’accaduto; spesso si rimane senza risposte.
- la quarta fase è quella della resa. Ok è successo, se ne prende atto ed è il crollo emotivo e razionale.
- Accettazione: nella 5 fase finalmente ci si riconcilia con la realtà. Si inizia ad accettare l’accaduto, si fa pace con la perdita subìta. Le fasi di depressione e rabbia non scompaiono del tutto, ma sono più moderate.
Io sono ferma alla fase 4.
1.L’incredulità per aver subito una decisione. Quella di Giulio, quella che non avrei mai immaginato prendesse. Forse perché dentro di me lo consideravo troppo smidollato per decidere di lasciarmi.
2.La rabbia per essermi resa conto che forse quella decisione l’avrei dovuta prendere io.
3.Il tentativo di reagire cercando tra le tante domande e le poche risposte. Perché proprio a me? Perché proprio ora?
4.La resa, con la consapevolezza che è successo. Si è successo. Una parte della mia vita è andata in frantumi e sta a me, solo a me ricostruirla. E la domanda “Ce la farò?” come un tarlo nella testa.
Sinora mi cullavo nel mio beato tran tran. Eppoi succede che a volte le decisioni degli altri abbiano un’eco devastante, maggiore di quello provocato dalle nostre scelte.
I traumi lasciano sempre delle cicatrici. E a volte è più difficile sopravvivere a quelle che a tutto il resto.
Ma quando hai dei figli non puoi star lì a perdere troppo tempo. Devi dargli un verso nuovo a questa vita e ripartire.
Vivo di episodi irrisolti, questo è la mia riflessione della sera, il mio primo pensiero del mattino che contrasta con il calore di queste giornate.
Ogni tanto mi metto in cucina. I ragazzi li ho spediti in Puglia al mare con i nonni.
Prendo uno dei vecchi libri di ricette della nonna. Quelle sono sempre capace di emozionarmi. E chissà che non riescano a trascinarmi alla fase 5, il mio prossimo e agognato obiettivo.
Ieri sera ad esempio ho cucinato la “mousse yogurt e mirtilli rasserena-anima”. Così l’aveva chiamata nel suo piccolo quaderno sbiadito dal nome molto promettente “Ricette coccolose”. Lo sapevi che aveva de quaderni di ricette uno diverso dall’altro , ciascuno con una targehtta con su scritto il nome della raccolta di ricette?
Li ho trovati nel pacco che mi ha mandato Gertrud qualche giorno fa. Pacchi interi con vecchi quaderni a quadretti scampati fortunatamente alla razzia della sua vecchia governante nella soffitta di Villa Segreta. Quando le ho detto di mettere a posto non immaginavo avrebbe trovato tutto questo patrimonio culinario. Ne avrò per un bel po’. E forse troverò lì la soluzione che cerco.
Ti abbraccio forte e ti aspetto. Non abbandonarmi, almeno tu!
La tua cugina sconsolata.
Bianca
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