Lavoro in corso

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Bianca


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Ciao Stella
Novità in vista. Ho deciso di mettermi di nuovo alla ricerca di un lavoro. Uno vero. Non come quelli che stavo sognando ultimamente.

Uno di quelli che puoi collocare come “serio”. Uno di quelli che ti fanno rispondere con fierezza alla domanda “ che lavoro fai?”

Uno di quelli che giustifichino la mia permanenza qui.

Perché la storia del nuovo trasferimento di Giulio mi ha svegliato dal torpore degli ultimi anni.

Perché per 3 anni ho inseguito dei sogni, delle idee che nemmeno io sapevo di che pasta fossero.

Ma tu la conosci quella sensazione di quando i tuoi pensieri, le tue idee vorrebbero prendere una forma, una qualunque ed invece rimangono lì appese, affastellate, ingarbugliate in attesa di una mano sapiente che le ridefinisca? Ecco , quella sensazione lì. Solo che le mie idee a volte hanno forme indefinite, vanno attentamente decifrate. Potrebbero essere tutto e il loro esatto contrario.

Negli ultimi 3 anni ho lasciato il mio lavoro di statistica per non combinare di fatto un bel niente.

Il laboratorio di impasti è rimasto un progetto fantastico solo sulla carta, la collaborazione con Mr Muffin è svanita come neve al sole, la mia idea di ricatalogare le famose ricette della nonna stenta a prendere una piega.

E forse ha ragione Giulio quando dice che dovrei essere più pragmatica.

So che non te lo dovrei nominare dopo la litigata che avete fatto al telefono l’altro giorno. Ma sai come è fatto no? Quella sua mania di dare un nome e un’etichetta a tutto la applica anche con le persone, catalogare è la sua passione e tu devi sembrargli sempre più “file indecifrabile”! Una vera minaccia nucleare!

Sto contattando agenzie di selezione lavoro sperando di non passare da un “le-faremo-sapere” all’altro.

Ma solo la cucina è in grado di addomesticare i pensieri più grigi. Come succedeva alla nonna.

Continuo a rileggere, avida di notizie, le sue tante lettere sparse nella scatola di latta che abbiamo ritrovato a Villa Segreta. Tu ad esempio lo sai cosa sono le salse madri? La nonna se ne era appassionata tanto da dedicare più pagine alla descrizione della loro preparazione.

Spagnola, vellutata, besciamella e tedesca (allemande): la nonna annotava che per Carȇme- chef francese di fine 800 autore de L’Art de la Cuisine Francaise au Dix-Neuvieme Siecle, un’enciclopedia della cucina francese – erano queste le salse madri.

Devi leggere con quale passione scriveva a sua sorella, che allora era in Egitto, sulla preparazione meticolosa della salsa spagnola.

“Devi portarla prima nel cuore, poi nella pentola…è questo il segreto di una salsa perfetta” così chiosava nelle sue lettere.

So che tu non la preparerai mai, ma è una salsa ideale per accompagnare carni bollite, perfetta per rianimare i tuoi avanzi di frigo. O da gustare su brasati ed arrosti, preparati per coccolare a cena i tuoi amici perché, come diceva Savarin “Invitare qualcuno è lo stesso che incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che dimora sotto il tuo tetto.”

A presto
Bianca

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