La maschera

Categories:Stella
Tags:
Stella

maschera

Ciao Bianca,

sei già diventata una milanese imbruttita o hai conservato il tuo ‘sorbole’ intercalato come il culatello sulle tigelle?

Dai che andrà bene a Milano, devi solo prendere confidenza con gli ‘ape sui Navigli’ e le modelle bonazze che sfilano in metropolitana e ti fanno sentire cessa anche quando pensi che aver speso 150 euro dal parrucchiere + 50 euro di estetista + 200 euro di shopping ti facciano completare la raccolta punti sei la nuova modella per la cover di Vanity Fair.

Qui a Roma, tutto ok. Lavoro alla grande, mamma ieri ha pianto con C’è Posta per Te della De Filippi, il Colonnello si sta dando alle reunion commemorative e Sandro, come al solito, deve studiare.

Insomma, tutto regolare, a parte una cosa… beh, una persona, più che una cosa.

Clementina

Te la ricordi Clementina? Organizzavo con lei e Mark, il mio amico gay che si è sposato e trasferito a New York, gli eventi di danza. Ecco, l’ho incontrata la settimana scorsa e stentavo a riconoscerla. Una persona decisamente diversa da quella con la quale avevo trascorso i miei anni in accademia.

Ammetto che era un po’ di tempo che non la frequentavo, anche perché il progetto del B&B a Bolzano mi ha tenuta lontana dalla danza e dalla capitale per un bel po’.

E niente, lei mi chiama (perché come al solito il suo inglese arriva fino a un centro punto e ha bisogno del mio supporto linguistico)  per incontrare Larry, un coreografo di Los Angeles che vuole coinvolgere in una masterclass durante il Festival di Privamera.

L’appuntamento era per giovedì  in un bar del centro.

L’incontro

Io come al mio solito sono in ritardo. Entro nel locale trafelata: il cellulare si sfila dalla tasca e resta penzoloni dagli auricolari (lo sai che quando cammino devo ascoltare la musica) mentre la borsa, messa di sbieco, è in procinto di rovesciare tutto il suo contenuto. Meno male che ho avuto la prontezza di riflessi di riafferrare il mio prezioso iPhone, che si stava staccando dagli auricolari, e  accorgermi anche dell’ sos valanga borsa. Tutto safe & sound.

Di certo un’entrata tutto fuorché trionfale. Lei è seduta al tavolo con un bel tizio di colore sulla 45ina. Ma questo l’ho capito dopo, perché io mica l’ho riconosciuta.

Entro nel locale in cerca della solita crocchia, vago tra i tavoli cercando e ricercando, ma niente. A un centro punto, sento “Stella cara! Siamo qui”. Io mi giro e vedo una chioma red passion avvolta in un rossetto cremisi e due gote in cui il blush è stato gettato a cazzuola. La guardo, stento a riconoscerla e le faccio: “Clementina? Sei davvero tu?” E lei: “Ma certo mon chérie.”. Cazzo. E’ davvero lei. L’unica che mi ha sempre chiamato come un cioccolatino alla ciliegia.

Clementina è irriconoscibile: i suoi capelli lunghissimi e neri, perennemente raccolti in una crocchia, hanno lasciato il post a un taglio aggressivo rosso inferno di cristallo, con tanto di ciuffo alla Stash, quello dei The Kolors, presente?

Mi sono avvicinata con un sorriso plasticoso e petaloso (ma sì, adesso è nel vocabolario)  e ho salutato Larry e la maschera – o forse la caricatura – di Clementina.

Dopo le varie scuse per i ritardi, iniziamo a parlare del progetto. Larry è a Roma per altri impegni di lavoro e pare che lei, durante un party post spettacolo, lo ha accalappiato per convincerlo a prendere parte al Festival.

Clementina è platealmente euforica. Ride ad alta voce, sottolinea ogni tre per due le innumerevoli celebbritti (detto e scritto come direbbe lei) che ha incontrato nella vita, srotola un tappeto di premi e riconoscimenti del quale io sono ancora poco certa.

Hai presente quelli che identifichi con un ruolo ma non come persona? Lei recitava una parte, urlando e caricando tratti di carattere che inconsciamente ti fanno pensare a una profonda insicurezza.

Mi sa che la devo chiamare. Secondo me è successo qualcosa. Come può una donna mesta e di classe trasformarsi nella tigre del materasso della Salaria?

Vabbè. Vado a farmi un caffè goloso, quello che ti fa ritrovare il senso…. anche se certe cose, come direbbe Vasco, un senso non ce l’ha.

Un bacio stellare,

Stella

Lascia un commento

Name*
Email*
Url
Your message*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>