Il carciofo di Velletri
Ciao Bianca cugina,
oggi ti devo assolutamente raccontare una cosa. Te lo ricordi il carciofone di Velletri? Mi ha appena spedito a casa un mazzo gigante di rose rosse! Rosse rosse, hai capito?! Che poi, a me le rose rosse non piacciono nemmeno…
Vabbè, è giunto il momento di raccontarti come è andata con lui.
Senti qua.
In pratica a dicembre incontro ‘sto tipo in un locale a Roma. Fa il marpione come pochi, mi tampina su whatsapp, non smette di ricordarmi quanto lui sia un digital marketing manager della fava di fuca secca, che lavora solo con clienti top, che studia le strategie in target per chi vuole fare business in ottica pull e non push… insomma, più che un carciofo, uno che si vanta di fare cose, vedere gente: il nulla condito con suadente supercazzola.
Ci sono uscita – sì lo so, è colpa mia… ma ero in astinenza! – un paio di volte (forse 3/4 volte?!) e da lì è nato l’appellativo ‘carciofo’.
Sì, perché in fondo, nonostante la parte esterna spinosa (come le sue rose) e autoreferenziale a livelli inauditi, l’amico di Velletri ha un cuore tenero, a tratti infantile – Dio ce ne scampi e liberi!.
Chetelodicoafare, abbiamo subito consumato, in breve (troppo breve!) tempo e lui pare si sia innamorato come un pesce fritto.
Immagino sia palese ed evidente che alla sottoscritta non importa granché, vero? Non posso perdere la testa per un uomo così: troppa poca sostanza, soprattutto del suo cugino di primo letto di Flash. Do you know what I mean?
Mo’ che ce faccio co’ ‘sti fiori? E soprattutto cosa devo rispondere al bigliettino che recita ” il rosso dei tuoi capelli accende la mia miccia” ?! … Posso dire che la miccia per me è fin troppo consumata? Cugina! Regalami un po’ di diplomazia.
In onore del carciofo, ora pesce fritto dalla coda corta mi sparo un fritto misto di pesce e carciofi e mi ci bevo sù un bel calice di Chardonnay.
Hasta la vista!
xoxo,
Stella
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