Elogio della Lentezza
Stella, Stella…
Sempre così attiva e frenetica da prenderla con te stessa per un po’ di sana pigrizia???
Sai cosa mi è venuto in mente leggendoti? “La lentezza” di Milan Kundera, un vero e proprio elogio a questa modo fluido di assaporare la vita. Incuriosita ho ripreso il libro, senti qua: “ La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all’uomo” ILLUMINANTE!!!!
eppoi continua….
“Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca.”
Beh sufficiente per farti andar via i tuoi assurdi sensi di colpa?!?!
Se non ti ho scritto prima è perché poi alla fine ho deciso di seguire Giulio ad Arles; i bambini sono andati al mare insieme agli zii ed ai cuginetti ed erano felicissimi visto che da quando la sorella di Giulio ed il marito si sono trasferiti non ci sono state più occasioni per vedersi. E noi, quale migliore occasione per stare un po’ soli soletti e goderci un po’ di spazio tutto per noi? Be’ se ci riusciremo visto che comunque siamo qui per il lavoro di Giulio. “Non scordartelo eh!” ha tenuto a sottolineare con tono perentorio lui quando gli ho proposto di accompagnarmi alla mostra che ospita per la prima volta ad Arles alcune delle tele di Van Gogh, che ha vissuto in questa cittadina francese uno dei periodi più prolifici, artisticamente parlando, pensa ben centottanta tele e cento disegni in poco meno di 15 mesi tra il 1888 e il 1889!
Siamo arrivati l’altro ieri sul tardi. Abbiamo cenato con alcuni dei suoi noiosissimi colleghi accompagnati da altrettanto noiosissime mogli. Ieri invece mi sono fatta sola soletta un giro nella piazza centrale, la Place du Forum, una piccola piazza rettangolare con al centro la statua del poeta Frederic Mistral, molto famoso in Provenza. Tu te ne stai lì seduta al bar col tuo pan brioche ancora tiepido e lo sguardo estasiato di chi sta per addentare con fare un po’ colpevole quella dolce e fragrante morbidezza e questo omone di marmo con il cappotto piegato in una mano e un bastone sull’altra ti scruta severo , quasi con tono ammonitorio. Giuro che mi sono sentita in soggezione…
Nel pomeriggio sono andata alla Ecole Nationale de Photo che ospita un festival internazionale di fotografia, lo sapevi tu giramondo che questa cittadina provenzale è considerata una delle capitali della fotografia? Potresti portarci Giacomo, mi ricordo come fosse appassionato del genere….
Oggi ho seguito Giulio ad un altro pranzo di lavoro, poi nel pomeriggio ci siamo recati nel bellissimo Cloitre Saint Trophime, un incantevole chiostro del tredicesimo secolo, purtroppo eravamo con il solito gruppetto di colleghi…spero domani si riesca a liberare per andare a visitare io e lui da soli il parco naturale protetto della Camargue, la mia amica Sara mi ha detto di aver visto lì degli stupendi fenicotteri rosa!
Comunque sono riuscita a farmi dare da una delle cuoche dell’albergo dove alloggiamo, una signora rubiconda ed allegra sulla sessantina, la ricetta del famoso pan brioche francese. Non vedo l’ora di provare a farlo. Coniugherò l’esperienza francese con la tua voglia d’ozio e lo chiamerò:
Pan Brioche Dolce lentezza
(beh, il tempo per farla lievitare in effetti ci vuole eh! leggi qua)
Ingredienti: 400 gr di farina tipo Manitoba – 9 gr di lievito di birra fresco – 3 uova a temperatura ambiente – 50 gr di zucchero – 1 pizzico di sale – 1/2 baccello di vaniglia – 130 gr di burro morbido- 1 uovo per la doratura.
Sciogli in poca acqua tiepida il lievito. In una ciotola sbatti le uova con lo zucchero, aggiungi il sale, i semi di vaniglia ed il lievito sciolto. Aggiungi mescolando 250 gr di farina.
Successivamente aggiungi il resto della farina e continua ad impastare finché l’impasto diventa liscio ed omogeneo. Aggiungi il burro ammorbidito a pezzettini continuando ad impastare. Ottenuto un impasto liscio e morbido forma una palla e mettilo a riposare coperta con una pellicola per 1 ora. Trascorsa l’ora trasferisci la palla a riposare in frigo (AH , VIRTU’DELLA LENTEZZA!) per altre 12 ore!!! Trascorso questo tempo togli dal frigo e lascia riposare la palla di impasto fuori dal frigo a temperatura ambiente per almeno un’altra ora (IL PAN BRIOCHE SI’ CHE SA COME SI FA A PRENDERSELA COMODA!)
Metti sul piano di lavoro la farina e versa l’impasto. Lavoralo un po’per sgonfiarlo, poi stendilo dando la forma di un rettangolo. Poi piega in 3 parti. Copri e lascia in riposo per un’altra ora (SIIII ANCORA RIPOSO!!!). Riprendi l’impasto e dividilo in tre pezzi uguali, sagomando come se fossero 3 palline unite. Poni in uno stampo per plumcake ricoperto con della carta forno. Lascia lievitare nuovamente per 2-3 ore (HAI CAPITO BENE, ANCORA LIEVITARE, ANCORA RIPOSARE!!). Alla fine spennella delicatamente la superficie con l’uovo sbattuto e cuoci in forno per circa 20-30 minuti a 180°. Bon Appètit!
Ti lascio con un’altra chicca del nostro Kundera:
L’origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere
Tua, Bianca
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