E invece no, ma ti aspetto.
Ciao Bianca,
ti sto aspettando. Solo io, una tazza di caffè americano, lungo, luuunghissimo come questo tempo che non passa. Un tempo denso di pensieri, carico di invidie, di malassere, di aspettative di quello che vorrei essere o aver realizzato. Gonfio di delusione, rammarico, fallimenti. Rumoroso come le testate che tiro contro il muro per far uscire i pensieri dall’illusione di un amore che pensavo potesse liberarmi e farmi sentire leggera.
E invece no. Solo una chiave e una serratura. E la chiave che pensavo di aver trovato non è quella giusta. Non apre gli occhi alla speranza di farcela, non supporta il coraggio di ritentare, non lascia scorrere il flusso fluido dei ricordi.
Mi sento una fallita Bianca.
Guardami.
Io, 37 anni, una persona solare, vulcanica, menefreghista, lieve e leggera come la Ferri sulle punte a detta di molti…. e invece, no.
E invece no. Sono un macigno di negatività, di tentativi gettati nella indifferenziata e nella indifferenza di persone che solo a parole mi sapevano regalare quell’amore disperato che inseguo, come Alice con Bianconiglio.
Ti aspetto.
Nell’angolino, quello vicino al camino della cucina di nonna Egle. Quello dove mi raggomitolavo ogni volta che papà tuonava contro l’ultima marachella che mi vedeva protagonista.
Ti aspetto, ti aspettiamo: io e il mio cuore infranto.
Sei pronta a ricomporre il puzzle?
Stella
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