Dietro quegli occhiali
No Bianca. No.
Sono sempre stata tollerante, scanzonata, disponibile, aperta… fin troppo aperta di mentalità e di portafoglio, con tutti. E quindi no. Non sono una egocentrica.
Sono una che si sente presa per il culo dalla sua stessa famiglia, e in particolare dalla persona che è stata il cordone ombelicale con la spensieratezza dell’infanzia e con nonna Egle: tu.
Non mi interessa cosa nasconde quella stronza di zia Gemma. Lei, i suoi figli e quel marito banderuola, per quello che mi interessa, possono anche prendere il primo volo per la Siberia e rinfrescarsi le membra per il resto dei loro giorni.
Lei ha bruscamente interrotto il mio sogno, è stata meschina, così tanto da coinvolgere addirittura avvocati e periti senza nemmeno mandarmi un sms.
Credo anche che ci sia lei dietro ai malesseri di mia madre. Sai bene che mia madre è sempre stata l’esatto opposto della sua gemella, tua madre. Lei è una persona che si accontenta di vivere nel confort della sua quotidianità fatta di burraco, torte in forno, sferuzzamenti e soap opera. Però è sempre lei che, stranamente – oppure no? – da quando è stata a Villa Segreta con te, tua madre e zia Gemma vive tra attacchi d’ansia e scatti nervosi. Mio fratello dice che litiga ogni giorno con il colonello, dice che lo aizza anche solo per il gusto di accendere lo scontro e sfogare qualcosa che ha dentro e che la rende insofferente.
E poi, sai una cosa? Detesto, detesto, detesto il tono che hai usato nel tuo ultimo post. E non darmi della ‘permalosa’ solo perché contesto il tuo egoista. Non quello che dici, ma come lo dici che mi fa pensare.
Sia chiaro, comprendo che la situazione con i ragazzi e con quella specie di marito ti mandi in crisi. Per questo hai tutto il mio sostegno.
Ma, ripeto, difendere zia Gemma no. Non è scusabile.
Cioè come diavolo fai ad appoggiare chi, durante il giorno del tuo matrimonio ti ha guardato dritto negli occhi e con quel fare snob ti ha detto: “Beh Bianca (pronunciato con quella odiosa ‘c’ aspirata) speriamo che questo non ti ingravidi e ti lasci di nuovo a piagnucola’ da sola come quell’altro”.
Te lo ricordi? Io sì. E mi ricordo anche i tuoi occhi dietro quegli occhialoni: una fessura che raccontava tutto il disappunto e che tratteneva a mala pena il groppone che saliva dalla gola ed era pronto a zampillare dagli occhi.
Sarà bene incontrarci. Non riesco a descrivere con la tastiera quello che potrei dirti solo uno sguardo.
Ho bisogno di guardare se dietro quegli occhi nascondi molto di più che una semplice aria da samaritana comprensiva. Ho bisogno di ritrovare il gusto complice di un frappè al cioccolato e peperoncino, la fusione perfetta di noi, come una volta.
E poi ho voglia di dimenticare per un attimo questa brutta storia e ritrovare mia cugina, quella che bianca come la farina sapeva impastare le emozioni meglio di tutti.
xoxo,
Stella
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