Danzare con i cherubini sulle note di Giselle

Stella

Ciao Bianca,

le lacrime continuano a scorrere come un fiume in piena. Non riesco ancora a farmene  una ragione. La testa è piena di ricordi che si inseguono, avvolti in una nube di sgomento e di tristezza infinita.

Zia Linda ha raggiunto l’immortalità degli artisti e sarà lì a danzare con i cherubini sulle note di Giselle.

…non riesco a smettere di riempire gli occhi di lacrime…

Non. ce. la. faccio.

Lei era la mia musa della DANZA. Era leggiadria, freschezza, eleganza, charme.

So che quella tremenda malattia ormai l’aveva immobilizzata, so che i suoi piedi non potevano calcare i palcoscenici più importanti del mondo, so tante, tantissime cose…

Ma non basta. No, non basta.

E poi tu. Mi vuoi spiegare che diavolo è successo?

Te ne sei andata di corsa dopo la funzione, trascinando per mano quelle due povere creature e urlando a quella specie di marito che hai che si doveva muovere, che dovevate immediatamente tornare a Bologna.

Ho cercato di ricostruire la vicenda ma  ricordo solo che c’era Emma fuori dalla chiesa – poco prima dell’inizio della messa- e che un uomo sui 50 brizzolato le è andato incontro. Io, vedendo la scena (sai come sono sensibile a certe cose) mi sono avvicinata con fare deciso e lui si è magicamente eclissato dentro la chiesa, inforcando un paio di occhialoni neri e sedendosi vicino alla zia Assuntina di Napoli.

Ho chiesto a Emma chi fosse e lei mi ha riferito che lui le ha detto: “Assomigli molto a tua madre, hai gli stessi capelli arruffati e lo sguardo pieno di dolcezza. Lei è dentro in chiesa, vero?Starà soffrendo molto”.

Beh, la piccolina non ha fatto in tempo a rispondergli perché nel frattempo sono intervenuta io.

Quando siamo rientrate, Emma è corsa da te a raccontarti dell’accaduto, mentre io mi sono seduta dall’altra parte della navata accanto a mia madre. Ti ho cercato con lo sguardo e ho visto che giravi la testa interrogativa a caccia di qualcosa. Poi, a un certo punto, ti ho visto fare quell’espressione. Una espressione di stupore mista a paura che unita al dolore ha segnato il tuo volto come mai prima. Gli occhiali sono tremati sul tuo nasino all’insù e i capelli sono diventati ancora più ricci.

Lo hai visto. Lo hai visto lì, seduto vicino a zia Assuntina. Hai intercettato il brizzolato.

Ho spostato lo sguardo verso di lui, e ho visto che ti ha sorriso.

Poi…beh, poi non so più cosa è successo. La tristezza e le parole di Omar hanno intensificato il dolore. Ricordo solo che ti ho vista uscire dalla chiesa urlante, mentre noi ci dirigevamo verso il cimitero.

Adesso. Mi spieghi che cosa è successo cugina?

Chi è quell’uomo? Lo conosco?

Che cosa c’entra lui con te? E poi perché al funerale di zia Linda?

Ti lascio con il balletto preferito dalla zia, Giselle. Questa è la versione che vede protagonisti il tuo/mio/nostro amato Roberto Bolle e la sublime Svetlana Zakharova

So che me lo chiedi sempre, quindi eccoti alcune info relative al balletto. Le ho copiate e incollate da  Wikipedia.
Considerato come il simbolo del balletto classico e romantico Giselle nacque dall’idea di Théophile Gautier, un romanziere francese, e venne poi musicato, non appena il libretto fu finito, da Adolphe-Charles Adam, uno tra i più celebri compositori di musiche per balletto. La coreografia fu affidata a Jean Coralli, anche se i passi dei primi ballerini erano stati curati da Jules Perrot.

Un abbraccio forte,
Stella

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