Cocktail della creazione incompresa

Stella

Ciao Bianca,

ti sento malinconica, triste. Stare tappata in casa a badare all’appestato ti uccide. Lo so.

Uccide la tua creatività. Perché tu, quando sei a casa, devi mettere le mani in pasta, devi massaggiare e coccolare la farina, devi colorare di profumi le mille ricette delle tue emozioni.

E invece adesso sei lì, a fare la mamma…Non che non ti piaccia, certo!

Anzi, se rinascessi vorrei una mamma come te! Sei così presente con i tuoi pargoli, così chioccia. E, poi, loro, ti adorano!

Insomma, se la psicologia ci azzecca, stai facendo con loro tutto quello che non è stato fatto con te.

Ricordo bene quando eravamo in vacanza da nonna Egle a Bolzano e aspettavamo l’arrivo dei nostri genitori. Beh, io un po’ meno…mia madre è sempre stata iper-mega soffocante!!!

Tu non vedevi l’ora che arrivasse tua madre per farle vedere che cosa avevi ideato, per farle vedere che anche tu, come lei, eri una persona piena di risorse, attiva e soprattutto creativa.

Tua madre arrivava accompagnata dal sorriso sornione di tuo padre e, dall’alto della sua stola rossa di seta poggiata sulla spalla si chinava per darti un bacio sulla fronte,  mentre tu le tiravi la stola e la invitavi a vedere la tua creatura. Ma lei tuonava “va bene Bianca, vedrò cosa hai fatto. Dopo. Adesso devo fare una telefonata di lavoro”.

Tu, con quelle trecce storte e spoche di farina la guardavi con gli occhi gonfi di insoddisfazione perché già sapevi che quel “dopo” non sarebbe mai arrivato. Lei sarebbe stata travolta da mille altre chiamate, specie da parte del suo ego tormentato.

Mah, sarà per questo che crescendo hai scelto di  ‘farti notare’ per l’aspetto che di te – e lo sai bene- mi piace meno? Sarà questo che hai scelto di inforcare un paio di occhialoni e ti sei messa davanti a numeri e conti da far tornare o  analizzare?
Beh, forse anche la statistica può avere il suo lato creativo (forse).

Torniamo al presente. Ti aggiorno dai monti.

Qui la situazione è abbastanza stabile.  Abbiamo già pianificato tutto in caso zia Linda decidesse di danzare con i cherubini…ma non voglio pensarci. No, non voglio.

Anzi, sai che voglio? Voglio brindare alla tua creazione incompresa fanciullesca con questo cocktail che altro non è che un Grasshopper ( “la cavalletta”, versione analcolica dell’Alexander  nato negli anni ’50 negli USA-  a base di crema di menta, crema di cacao e crema di latte) rivisto dalla sottoscritta in chiave, ovviamente, alcolica!

Il cocktail della creazione incompresa

  • 1/3 crema di menta verde cavalletta
  • 1/3  crema di cacao bianco (come te :))
  • 1/3 Bailey’s Irish cream (alcolico come me!)

Unisci, shakera, guarnisci con foglioline di menta dell’orto, spolvera con cioccolato in scaglie  e servi ben freddo.

Dopo che lo bevi, troverai comprensione in ogni angolo del cosmo.

Baci all’appestato, alla bella Emma e alla mamma,

Stella

Ps:…e va bene, un saluto anche al coleottero moscio! Fagli bere la mia cavaletta…magari scoprono una segreta affinità!

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